L’insediamento ancora una volta favorito dalla sua ubicazione topografica, manifesta un rinnovato benessere cui dovette concorrere anche la realizzazione della Via Clodia, asse stradale di importanza strategica che, da Roma, raggiungeva Saturnia, nel territorio vulcente, dopo aver attraversato i principali centri dell’Etruria interna. L’area urbana vive una fase di intenso rinnovamento edilizio e nuovi impianti residenziali, fra i quali una domus di età augustea adorna di intonaci e di pavimenti in mosaico. Si attestano sulla strada, ora basolata, che attraversa l’abitato con andamento nord-sud. Al versante meridionale del colle, si addossano poderose opere di terrazzamento che rimodellano il profilo delle pendici dell’altura ed accolgono strutture abitative.
La città si estende a sud-ovest sul fondovalle e sulla sella che collega il Colle San Pietro al Rivellino, dove si concentrano resti di un impianto termale noto sin dal secolo scorso. L’area continua ad essere frequentata almeno sino al 400 d.C., epoca dopo la quale si registra una fase di stasi che cessa nell’VIII secolo, allorché sulla sommità del colle, sorgono case in legno sostituite da edifici di pietra. Nell’XI secolo viene edificata la splendida basilica romanica, mentre la progressiva importanza politica dell’autorità ecclesiastica porta alla realizzazione della cinta fortificata. Con il XIII secolo, l’altura ha nuovamente acquisito una fisionomia urbana, ma ben presto, secondo modelli già collaudati, la città torna ad espandersi verso valle, tanto che dal XIV secolo si registra un graduale spopolamento che sembra concludersi definitivamente nel XV secolo, allorché il sito viene adibito al pascolo e alle coltivazioni assumendo col tempo l’aspetto di romantica rovina con cui è giunto quasi ai nostri giorni.